ROBERTO FERRI: UN RADICALE ANACRONISMO, di Maurizio Calvesi

Il filosofo americano Arthur Danto, come riporta Robertomaria Siena,. Secondo il Siena .
Il Siena lo dice a proposito di un giovane pittore, Roberto Ferri, che lascia effettivamente stupiti per l’abilità anche propriamente tecnica con cui costruisce queste sue icone della fisicità, della bellezza, del tormento, con un eccesso, che vorrei dire ‘sfacciato’ di anacronismo.
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UN ACCADEMICO APPASSIONATO, di Vittorio Sgarbi

Roberto Ferri accende il mio orgoglio. Non ebbi dubbi sulla qualità della sua pittura, intesa anche come proprietà di esecuzione, quando, non molti anni fa, lo pose alla mia attenzione Fabio Isman, entusiasta per una grande mostra che aveva presentato. Nessun dubbio che le opere chiamassero stupore e meraviglia secondo i precetti dell’estetica barocca. Ma Ferri era un contemporaneo e per di più giovanissimo.

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ROBERTO FERRI, di Vittorio Sgarbi

Ferri è un fenomeno, ammirevole come e più di un pittore antico. Ha, di colpo, superato i pittori figurativi più abili nella duplicazione della realtà. Il suo primo pensiero è stupire. Con formidabile disciplina rimedita la grande tradizione della pittura barocca, da Caravaggio a Ribera, da Bernardino Mei a Tiepolo. In realtà, Ferri è un virtuoso che riporta nella realtà i sogni.

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LA FILOSOFIA DIPINTA DI ROBERTO FERRI, di Francesco Buranelli

Giovane, sguardo arguto, piccolo di statura, veste sempre abiti sportivi spesso abbinati ad un basco a ricordo delle sue origini meridionali, Roberto Ferri nasce a Taranto nel 1978, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2006 e subito si impone alla critica contemporanea per le sue eccellenti qualità artistiche. Attento osservatore della realtà, grande conoscitore del corpo umano, raffinato disegnatore, maestro del colore.

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ELEGIACO CANTORE DI UN UNIVERSO VISIVO, di Claudio Strinati

Roberto Ferri si è già da tempo segnalato come un artista drasticamente orientato su scelte figurative di nitida e lucidissima evidenza, di nobile e raffinata ispirazione, con ampio spettro di riferimenti al passato glorioso dell’ arte italiana e non solo italiana attraverso un interessante sovraccarico di echi soprattutto seicenteschi.

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Mario De Simoni, Direttore Generale Azienda Speciale Palaexpo

Grazie a una felice intuizione dell’ allora Presidente Emmanuele Emanuele, lo Spazio Fontana del Palazzo delle Esposizioni presenta in anteprima i dipinti di Roberto Ferri che costituiranno la Via Crucis della restaurata Cattedrale di Noto. Nel corso del Novecento anche l’ arte sacra si è dibattuta, e non sempre con esiti felici, in quella dicotomia talvolta drammatica per la critica d’ arte del nostro tempo, costituita dal rapporto fra astrazione e figurazione.

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COME NASCE UN’ARTE, di Fabio Isman

Nella casa di Sutri, tre locali senza pretese ma con uno splendido panorama, ci sono 48 suoi quadri sparsi dappertutto; pochi rovesciati: con la faccia dipinta della tela che guarda al muro; «ma quella botola sul pavimento, ne nasconde un’altra ventina: come quelle collocate, diciamo, di spalle per terra, e che non voglio vedere, sotto ci sono le opere che ho lasciato a metà, non ho concluso.

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DYONISO IN ARCADIA, di Maurizio Marini

La pittura di Roberto Ferri non è legata alla realtà contingente, anzi, ne è per lo più avulsa. L’occhio impietoso di Ferri, infatti, non si ferma sulle epidermidi (sia pur setose e morbide quelle femminili, virilmente muscolose quelle maschili); ma le scava e ricava dall’ombra, come uno scandaglio psichico penetrante dell’anima.

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ROBERTO FERRI IL VISIONARIO, di Marco Bussagli

“Si valse assai de’ naturali, non avendone carestia per l’abbondanza dei tanti giovani ed allievi…”. Con queste parole, Cesare Malvasia, l’amico e biografo di Guido Reni, descriveva in breve quale fosse il metodo di lavoro del maestro emiliano che, spesso e volentieri, utilizzava per le sue opere modelli presi dalla strada, o dalla nutrita schiera dei suoi allievi

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LO SCANDALO DELLA MEMORIA, di Robertomaria Siena

La poetica edificata da Roberto Ferri conosce non pochi punti di contatto con Giorgio de Chirico; nonostante ciò, l’universo immaginativo del giovane pittore si presenta come abissalmente diverso da quello del Grande Metafisico.
Come de Chirico, Ferri è, in parte, un nemico giurato del Modernismo e delle Avanguardie Storiche; rifiuta, infatti, la ricerca di novità linguistiche e formali ad ogni costo.

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